Non ce la fanno a star fermi gli chef, non è una categoria professionale che conosce il riposo, l’ozio, il relax.
Son molti i cuochi e gli chef momentaneamente disoccupati causa Coronavirus che stanno riempiendo di ricette e consigli il web e sono anche tantissimi quelli che decidono di cucinare per gli altri. In particolare, per il personale degli ospedali, quando non per tutta una struttura ospedaliera.
A San Paolo d’Argon lo chef Umberto de Martino insieme alla sua compagna Monia Remotti dell’albergo-ristorante, ora vuoto, Florian Maison, proprio non ce la facevano a restare a guardare il caos intorno a loro, e così si sono attivati compiendo un grande servizio alla comunità: stanno mettendo a disposizione il loro tempo e la loro cucina per preparare pasti caldi per i circa 40 operatori della croce rossa di Bergamo (in continuo aumento) e altro personale delle ambulanze che opera tra il polo ospedaliero Papa Giovanni XXII e quello di Seriate.
Una volta avuto ricevuto l’ok da parte della Croce Rossa, hanno iniziato a contattare tutti i loro fornitori, produttori, aziende, supermercati, con i quali negli anni hanno collaborato.
Attraverso Le Guide de L’Espresso, Monia e Umberto lanciano un appello:
“Vorremmo dire ai nostri colleghi ristoratori, che magari vorrebbero aiutare, ma non possono perché non abitano, come nel nostro caso, all’interno del ristorante dove lavorano e quindi non possono accedere alle loro cucine, di non preoccuparsi e di tenere duro. Mentre cogliamo l’occasione per invitare tutte le aziende che lavorano nel campo della produzione o distribuzione di generi alimentari e bevande, e che volessero aiutarci, di contattarci al 333 2476015. Saranno messi in contatto con il responsabile della Croce Rossa per gli accertamenti di base e poi potranno inviare i loro prodotti che noi cucineremo per il personale sanitario che in questo momento sta letteralmente “dando la vita” per noi, vi ringraziamo con tutto il cuore”.
Sulla pagina facebook del ristorante riempie il cuore vedere documentato quello che succede in cucina.
Non sono gli unici, anche l’orobico Da Vittorio, il ristorante tristellato dei fratelli Cerea a Brusaporto, si occuperà della ristorazione per il nuovissimo ospedale da campo che si sta ultimando in queste ore a Bergamo, in modo da alleggerire la pressione sugli altri ospedali della città.
“Abbiamo deciso di contribuire attivamente all’organizzazione delle attività, offrendoci volontari per cucinare, ma abbiamo bisogno di materie prime. Chiediamo sostegno e solidarietà a tutti coloro che hanno la possibilità di fornirne, dai ristoratori ai titolari di negozi o aziende di generi alimentari o affini: vi prego, aiutateci”, si legge nell’appello lanciato sui social dallo chef Cerea.
Anche la famiglia Panattoni, titolare di La Marianna, non si è tirata indietro e insieme ad alcuni fornitori (Bevande Nesossi, Caffè Poli, Forno Adobati, Salumi Bombieri) offre quotidianamente cento pranzi al sacco e un caffè ai dipendenti sanitari dell’ospedale.
Insomma i cuochi orobici possono e vogliono dare il loro contributo. A riprova del fatto che la cucina, oltre che edonismo, può essere cultura, impegno, responsabilità.